La terza tappa del nostro viaggio intergenerazionale ci ha portati a visitare una meta ambita da molti viaggiatori del mondo del marketing. Si tratta di una meta di cui molti hanno sentito parlare, di cui conoscono qualcosa, ma che non riescono a visitare o conoscere fino in fondo.
Insomma, per dirla brevemente, è arrivato il momento di parlare della generazione più studiata della storia, quella che, per un motivo o per un altro, tutti vorrebbero farsi amica e conquistare. Signore e signori, oggi parliamo di loro, degli unici, inimitabili Millennial.
Chi sono? Cosa fanno?
I Millennial (noti anche come Generazione Y, Net Generation o Next Generation) sono tutti coloro nati tra gli anni ’80 e i primi anni del nuovo millennio e sono il 24% della popolazione mondiale. Un range abbastanza ampio che mette insieme tante persone di età diverse, influenzate da mode diverse, ma unite da un’unica grande caratteristica: essere la prima generazione della storia che riesce ad avere un elevato livello di dimestichezza con la tecnologia digitale e che ne conosce regole e codici di uso. Niente male per chi, comunque non è un nativo digitale duro e puro, no?
Insomma, pensate a quante volte avete chiesto a vostro figlio/nipote di “sistemarvi Google” o di “aggiustarvi Internet”!
Nonostante i tempi bizzarri che hanno segnato la loro gioventù/infanzia (vedi Guerra Fredda, vedi 11 settembre, vedi crisi economica del 2009) gli esponenti della generazione dei Millennial sembrano essere piuttosto ottimisti verso il futuro, sono ambiziosi, competitivi, sono aperti a tutte le novità che il mondo porta e questo non fa che svilupparne la creatività. Messa così, però, sembrerebbe una generazione di santi.
Ovviamente anche i Millennial hanno i loro punti deboli: sono testardi e sono narcisisti.
Inoltre, date le condizioni sociali ed economiche in cui si ritrovano incastrati, i Millennial sembrerebbero ritardare alcune “transizioni”: vivono più a lungo con i genitori, si ritrovano a essere studenti per molto più tempo, entrano nel mercato del lavoro più tardi e, di conseguenza, si sposano e hanno figli a età più avanzate rispetto alle altre generazioni. Sono attenti alla salvaguardia del pianeta (mangiano bio e usano Uber) e vogliono sentirsi speciali a ogni costo (ecco perché il fenomeno “hipster” fatica a morire).
Millennial e Internet: una storia d’amore
Tra i vari cambiamenti ed eventi importanti che i Millennial hanno vissuto in prima persona vi è sicuramente il poderoso avvento di Internet come strumento rivoluzionario nelle nostre vite.
Possiamo definire questa generazione come gli early adopters del web: sono stati i primi ad aver scoperto la potenza comunicativa dei social (Myspace, tra tutti) e i vantaggi che la connessione perenne poteva dare, come la condivisione di file in tempo reale (Napster docet).
Grazie a questa meravigliosa forza telematica che avvicina tutti, anche coloro distanti geograficamente, i Millennial sono presto diventati la generazione del “noi”, tanto che è grazie a loro che il fenomeno della sharing economy è stato possibile. Internet ha fatto in modo che il loro lato narcisista/inclusivo trovasse la propria, personale declinazione.
Parlando in cifre, quindi, il 97% di loro possiede un computer proprio, il 94% ha il proprio cellulare; da qui, il 76% dei Millennial usa servizi di messaggistica istantanea (Whatsapp), è dedita al multitasking e, soprattutto, spende 4 ore al giorno sui social. Amanti dello shopping online, essendo la generazione dell’ora e subito, sono disposti a spendere per servizi di consegna e servizi on demand.
Quello che i Millennial non fanno troppo spesso? Guardare la TV.
Perché? Perché il Millennial, dedito appunto al multitasking, cerca informazioni sul mondo, cerca intrattenimento e cerca di risolvere i problemi della vita quotidiana in un solo posto: internet. La TV viene considerato un medium vecchio che non riesce a stare al passo con le esigenze di queste generazione: 7,4 milioni di Millennials utilizzano Internet mentre 7,1 milioni guardano la televisione.
I Millennial, infine, adorano, e dico ADORANO, il loro smartphone. Il 76% del tempo che viene speso su Internet non è da computer desktop, ma proprio da device mobili. Abili scaricatori di app, sono proprio loro il motivo per cui ogni contenuto ora è mobile friend.
Millennial e brand: la fedeltà viene prima di tutto
I Millennials sono gente fedele. Una volta che ci si conquista il loro affetto e la loro stima è impossibile perderlo.
Come ce lo si può guadagnare? Prima di tutto facendo un prodotto/servizio di qualità (e che sia in target), poi, facendo in modo che esso non solo parli di loro, ma parli proprio a loro.
Questa è la generazione che si conquista a suon di content marketing ed engagement, non con i cartelloni pubblicitari!
Il rapporto tra Millennial e brand in cifre è questo: il 33% dei Millennial si informa sui prodotti/servizi che compra su blog e sui siti vari; il 57% di loro non ha intenzione di modificare le sue abitudini d’acquisto; 62% pensa che sia necessario avere un dialogo con i brand sui social network; non disdegnano il coinvolgimento dei clienti per la creazione di prodotti nuovi da parte del brand; credono che i contenuti sponsorizzati debbano essere non solo accattivanti, ma anche veritieri.
Detto questo, come possiamo pensare a modi efficaci per guadagnarci la stima di tutte queste esigentissime persone?
Netflix, lo stai facendo bene!
In questo articolo andiamo a vedere la gestione della pagina Facebook di Netflix, ovvero una delle realtà più in voga e in crescita del momento. Nel caso non lo conoscessi si tratta di un servizio che offre lo streaming a pagamento di miliardi di serie TV, film e documentari e che non si guarda da TV tradizionali, ma soltanto da computer o mobile (o da smart TV, certo).
Piuttosto in target, non credi?
Netflix, presente in 190 paesi, ha 75 milioni di iscritti in tutto il mondo e l’81% di questi si trova nella fascia d’età tra i 18 e i 35 (quindi Millennial) e la sua pagina italiana conta 30.410.651 persone.
Come è riuscita Netflix a fidelizzare così tante persone ed evitare che passassero a realtà simili come Mediaset Premium o Sky On Demand?
Con una gestione social spregiudicata, divertente, autoreferenziale e dritta nel segno.
Vediamo 3 esempi.
La comunicazione di Netflix passa esclusivamente per immagini, che siano infografiche o video, cosa che per chi è abituato al multitasking è perfetta poiché molto più immediata.
In queste si trattano temi vicini alle serie presenti nel loro catalogo o temi generici che strizzano l’occhio alla vita quotidiana del millennial medio. In questa infografica, per esempio, viene proposto il kit per affrontare qualsiasi maratona TV: divano + copertina.
Si tratta di un esempio di content marketing assolutamente ben riuscito e che parla il linguaggio del suo target.
Anche le comunicazioni di servizio risultano divertenti e coinvolgenti: in questa gif, per esempio, si rende noto che con il nuovo aggiornamento sarà possibile scaricare i contenuti su mobile.
Mossa intelligente per due motivi: i video prendono tanta connessione dati e, dato l’uso da mobile che fanno gli utenti, è meglio andargli incontro e fargli risparmiare giga piuttosto che perderli (cosa che denota grandissima attenzione al cliente e che non può che andare ad accentuare la sua fedeltà); si pubblicizza una delle serie di punta del catalogo usando un abile stratagemma e creando comunque un contenuto interessante.
Interessante è vedere come Netflix riesca ad avere una grandissima forza virale giocando sui pilastri che hanno accomunato l’infanzia di ogni Millennail.
Per esempio, in questo video, altro non fanno che riprendere il concept di Art Attack, programma cult degli anni 2000, e riadattarlo ai paradigmi di una delle sue ultime serie. Cerca, quindi, di solleticare quell’animo nostalgico/narcisista tipico della generazione.
Infine, quello che Netflix fa benissimo è l’interazione con gli utenti: commenti, like, risposte sagaci e “sul pezzo” che parlano la loro lingua: sono spesso frasi/gif/immagini tipiche dei meme dell’ultimo momento e che creano una discreta vicinanza generazionale con i follower.
Tu che approccio avevi in mente per relazionarti a questa impegnativa generazione?
Se il tuo target sono i Millennial, queste sono le regole.
Se vuoi saperne di più, questo è il form dei contatti.
Se vuoi dirmi la tua, lo spazio dei commenti è proprio qui sotto.