Le 4 fasi di MY BRAND STRATEGY
A questo punto ti stai chiedendo come è costruito questo metodo. Te lo raccontiamo subito!
Prima fase: Brand Check.
Analizziamo e misuriamo con un nostro strumento le potenzialità dell’azienda e lo stato dell’arte in termini di brand.
Seconda fase: Strategia.
Quando iniziamo un intervento di consulenza per un’azienda, per trasformarla in brand o riposizionarla, incominciamo sempre da un elemento incredibilmente trascurato nelle pratiche del brand management; lo studio dell’identità e dei valori aziendali.
Poi affrontiamo l’analisi del cliente, del prodotto e del settore, con metodi e strumenti diversi e specializzati.
A seguire lavoriamo sul posizionamento, la promessa del brand, frutto e distillato dei ragionamenti strategici sul cliente, sul prodotto e sul settore; definiamo il mercato, e la promessa del brand e scegliamo l’angolo di attacco alla concorrenza in quel determinato momento e in quella specifica situazione, ma non solo.
La domanda alla quale una buona operazione di posizionamento dovrebbe rispondere è: “Cosa del tuo brand mi può spingere non solo ad acquistarlo, ma a diventarne un sostenitore, un paladino, un fan?”
Oggi essere brand significa ispirare la passione e l’ingaggio necessari a creare una community e una community si basa sul coinvolgimento di persone che pensano di dare un contributo, anche infinitesimale, a qualcosa di più importante del loro destino di singoli. Una community nasce sull’identificazione con un sogno, un ideale, qualcosa di più grande dell’interesse del singolo individuo.
Il brand comunica e lo fa attraverso dei segni, verbali e visuali; di questa comunicazione definiamo le linee guida, affinché ogni parola (verbal identity) e ogni immagine (visual identity) rafforzino lo scopo tangibile e l’essenza intangibile del brand.
Ma il brand non è autosufficiente ed ha bisogno di un business model per esplicitarsi. Business model e brand vanno a braccetto.
Zara, le compagnie aeree low cost emerse negli ultimi due decenni, Amazon, Yellow Tail, Coca Cola, Netflix, Uber, le catene dell’Hard Discount sono tutti brand dove il business model ha avuto una importanza fondamentale nell’affermazione della marca.
E anche quando il business model non sovverte le regole del gioco del settore, è un argomento che deve ricevere la nostra massima attenzione poiché condiziona anche il risultato di due fattori determinanti del brand: la sua profittabilità e l’organizzazione dei punti di contatto con i clienti. Dal primo deriva la sopravvivenza dell’azienda, dal secondo l’esperienza e la percezione del brand da parte del target.
Terza fase: Progetto esecutivo.
L’Executive Plan (in azienda, offline, sul web) è un documento concreto e realistico, basato:
- sulle evidenze e sulle idee emerse dai primi 8 pilastri,
- sull’esperienza, l’impegno e il buon senso che servono per realizzarle,
- sul chi fa cosa, dove, come e quando,
- sui risultati da raggiungere,
- su un conto economico da rispettare.
L’Executive Plan è piano di lavoro ed è una previsione organizzata. In-esatto per definizione in quanto previsione, ma indispensabile alla navigazione come le mappe e la rotta per una nave.
Quarta parte: Realizzazione.
Mettere in pratica strategia e progetto, diventare un brand e fare la differenza. In questa fase il nostro ruolo è quello di project & brand manager e di integratori di quanto è necessario all’impresa per portare a compimento il piano.
Ecco, adesso sai tutto quello che ti serve per fare una scelta consapevole e utile, usalo bene!