Nuovo blog, nuova rubrica
Con questo articolo voglio inaugurare una nuova rubrica che animerà le pagine virtuali del nostro nuovo blog: i consigli di lettura movi-mentati, oggi dedicati ai miei colleghi copywriter.
Si tratta di un’onesta e franca opinione su tutti i libri relativi al marketing che noi di movi-menti stiamo leggendo o abbiamo letto.
Personalmente adoro le rubriche.
Le trovo un buon modo per creare confronto (chissà, magari qualcuno che ha letto lo stesso libro ha voglia di dire la sua) e un ottimo modo per divulgare sapere e creare consapevolezza negli addetti ai lavori e non.
Di che libro parliamo?
Il libro di cui parliamo è Digital Copywriter di Diego Fontana, edito da FrancoAngeli.
Si tratta di un volume snello e facile da leggere (con un formato inusuale, bisogna dirlo) in cui l’autore, ovvero un professionista della parola in ambito pubblicitario, porta avanti un’esaustiva panoramica sull’arte del copywriting, sulla sua evoluzione e sul suo processo di adattamento al mondo digital.
La domanda che l’autore pone è sicuramente interessante: la figura del copywriter tradizionale, capace di creare concept oltre che slogan è destinata a scomparire a causa dell’immediatezza dei nuovi media o un processo di ibridazione è possibile?
La risposta è sì, si può fare!
Il copywriter del 2018, insieme al suo prode compagno art director, deve saper creare concetti vincenti, declinabili su ogni piattaforma e capaci di mettere in risalto i punti forti del medium scelto.
Non sembra facile.
Non è facile.
Ma è quello che bisogna fare.
Fontana in neanche 300 pagine riesce davvero a dare ottimi spunti di riflessione su come portare a termine questo infausto compito che molti di noi si sono scelti come lavoro.
Parla con chiarezza di naming, di pay-off e di post su Facebook imbastendo, a tutti gli effetti, delle linee guida facili da capire anche per chi è alle prime armi.
I punti di forza del libro (secondo la mia personalissima opinione)
Per me, una fanatica di figure retoriche, vedere un intero capitolo dedicato alla materia è stato meraviglioso.
In un oceano web che è sempre più orientato alla SEO e ai contenuti Google friendly, leggere pagine (con tanto di esempi pratici) che esaltano la dignità e soprattutto l’utilità stilistica e comunicativa di iperboli, personificazioni e metafore è stata una grande soddisfazione.
Lo stesso senso di appagamento si è manifestato leggendo il capitolo dedicato alla punteggiatura: ripensando a quelle righe, tutti gli amici grammar nazi potranno sedare pesanti attacchi di panico alla vista di verbi avere senza h o congiuntivi creativi.
Finalmente un manuale che non è incentrato sull’arte della persuasione e delle Call to Action tutte uguali (un saluto a tutti i markettari hardcore che ci leggono) e che riporta dignità a un linguaggio non standardizzato da “Ecco i 3 motivi per cui la tua azienda sta fallendo”:
L’idea davvero vincente per gli addetti ai lavori
Tra dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma con questo libro ci viene data una bella passerella per arrivare da una sponda all’altra senza fatica.
Ogni capitolo, infatti, è chiuso da uno (o più) esercizi in cui mettere in pratica quanto spiegato: utile soprattutto per confrontarsi con le proprie capacità e sperimentare tecniche che, fino a ora, si erano ammirate solamente sui manifesti pubblicitari.
In conclusione
Siamo davanti a un libro che DEVE essere letto da tutti, da chi fa questo lavoro da decenni e da chi, invece, si è appena ritrovato a gestire pagine Facebook e non sa da cosa lasciarsi ispirare.
Perché?
Perché si rivela essere il giusto ponte tra due modi di vivere la professione che, per forza di cose, devono imparare a convivere per sopravvivere.
Una venale considerazione: il prezzo non è esagerato (e in formato Kindle costa costa ancora meno): fatti un bel regalo da leggere anche sotto l’ombrellone.