Sei un imprenditore? Vuoi informazioni rispetto a quanto costa aprire un sito e-commerce? Sei nel posto giusto!
Come spesso accade, anche in questo caso mi sono innamorato del progetto di un mio cliente.
Se sei un imprenditore o un consulente e sei emotivamente influenzabile quando si parla di innovazione e di sviluppo in genere, il mio consiglio è quello di fare molta attenzione leggendo questo articolo.
Se da una parte è la passione che ci spinge a voler dare sempre il massimo rispetto a qualcosa in cui crediamo fortemente, dall’altra non calcolare gli sforzi ed i risultati, con il tempo, può diventare deleterio.
In Italia chi fallisce in un’impresa viene additato, appunto, come fallito, a differenza di altre nazioni in cui viene vista come caratteristica positiva. D’altro canto perseguire un obiettivo senza i giusti presupposti a lungo andare ti fa perdere di autostima, lucidità, ti fa perdere tempo, soldi, relazioni e tanto altro.
L’aver fallito presuppone che si conoscano i motivi per cui un progetto ha più possibilità di riuscita rispetto ad un altro, avere consapevolezza di cosa potrebbe far funzionare il tutto e cosa, invece, potrebbe affossarlo.
Oggi ti parlo di un progetto di e-commerce in cui ho investito tanto tempo, proprio perché come ti accennavo ad inizio articolo era per me vincente (ed infatti lo è), leggi l’articolo in modo da capire il motivo di queste contraddizioni.
Ti sto parlando del settore salute e bellezza e nello specifico del settore farmaceutico, uno dei settori che ogni hanno cresce maggiormente sul web.
Cosa serve per aprire un e-commerce?
Un mio cliente ed amico mi contatta per avere una consulenza rispetto a quali sarebbero stati gli sviluppi lato web del settore farmaceutico e quali consigli avevo per lui che possiede una Farmacia.
Tutto è cominciato con delle lunghe chiacchierate che spaziavano dalla sua realtà imprenditoriale locale a quelle sui grandi marketplace già presenti sul mercato web. Ore ed ore passate ad allinearlo su quello che, secondo il mio punto di vista, sarebbe stato il settore da lì a qualche anno, fino a che decidiamo di trasformare quelle chiacchierate in qualcosa di concreto e passiamo all’azione.
Conoscevo le difficoltà a cui andava incontro il mio cliente/amico, ma non mi importava sapevo che scavando, il modo per differenziarci sul mercato lo avremmo trovato.
Decido così di approfondire quelle che erano le mie conoscenze in modo più preciso ed analitico.
Altre interviste lunghe ore, per entrare a pieno nel suo mondo, per scoprire assieme a lui quali sono i suoi punti di forza, le difficoltà della sua struttura, le difficoltà del settore, la sua visione, quella mia, i dati del web ecc…
Tempo che in parte mi veniva retribuito secondo gli accordi presi, altro tempo lo dedicavo io con dedizione perché come scritto ad inizio articolo mi ero innamorato del progetto.
Ma vediamo un attimo in dettaglio.
Cosa vendere in un e-commerce?
Il mercato farmaceutico si suddivide in 2 macro aree che a loro volta contengono altre macro aree:
ETICO
- Farmaco etico
- Farmaco mutuabile
- Farmaco non mutuabile
- Generico
COMMERCIALE
- Alimenti e dietetici
- Sanitari
- Dermocosmesi
- Igiene
- Fitoterapia
- Omeopatia
- Veterinaria
Non condivido i dati rispetto alle quote di mercato per ognuno di questi per non annoiarti, l’obiettivo dell’articolo non è quello di farti diventare esperto nel settore farmaceutico ma farti capire quanto la mancanza di un solo pezzo del puzzle possa compromettere un lavoro certosino, continua a leggere e capirai.
Siamo al punto in cui dobbiamo decidere in che modo il cliente deve apparire sul web, le possibilità sono 2:
- Generalista
- Specialista
Le difficoltà principali da affrontare in caso di e-commerce generalista:
- Marketplace
I marketplace possiedono una quota importante del mercato ed ovviamente non potrà che crescere, soprattutto con l’apertura dei depositi in tutta Italia ed i vari servizi che offrono, uno su tutti il solito Amazon:
Amazon non soltanto ha lanciato una nuova private label, ma di fatto sta già vendendo abbigliamento e accessori con marchi propri.
Si chiamano: Franklin & Freeman, Franklin Tailored, James & Erin, Lark & Ro, North Eleven, Scout + Ro e Society New York.
Da poco Amazon ha investito anche su prodotti farmaceutici e cosmetici di proprietà
A questi servizi di Amazon vanno aggiunti servizi di altri marketplace come ebay ecc..
- Il prezzo
Le farmacie, come un po’ tutte le commodity, sono soggette ai prezzi imposti dal produttore. Ricordiamoci sempre che chi non possiede un brand di proprietà (ad esempio un’ azienda di produzione di creme per rimanere in tema) non possiede (tra le altre cose) il potere di decidere quale sarà il prezzo sul mercato di un determinato prodotto in quanto già stabilito a monte dal brand.
Questo non permette quindi di essere liberi di prezzare il prodotto secondo le logiche di Branding, proprio perché in alcune circostanze anche pochi centesimi di euro potrebbero fare la differenza in fase decisionale.
- Altre farmacie online
Seppur lentamente, la presenza di nuove farmacie online aumentano ogni giorno, esistono consulenti e società di web marketing che stanno sensibilizzando ed incentivando l’apertura di e-commerce, anche in modo non costoso “e non differenziante aggiungerei”, con delle soluzioni preconfezionate, a pacchetto per intenderci.
Considerando che su 100 vendite in media 4/5 avvengono online, parliamo di un mercato ancora relativamente piccolo, quindi la guerra è su chi si accaparra una o più delle quattro-cinque vendite.
Rischioso quindi se gli sforzi in termini economici e di tempo sono elevati, non ti pare?
Da ricerche condotte tramite pharmaretai, Human Highway, Netcomml, un e-commerce che vuole spuntarla rispetto la vendita fisica deve affrontare i seguenti inibitori:
Il driver che influenza maggiormente la scelta di acquisto del prodotto tra online e offline è la comodità (40% degli intervistati), in secondo luogo il prezzo. Sì, esatto: in secondo luogo il prezzo.
L’info-commerce ha un valore molto elevato: 72%.
Occorre anche sottolineare che sta crescendo la percentuale di italiani che praticano l’e-health by-passando le figure specialistiche del medico e del farmacista (42%).
Il grafico evidenzia quali siano i punti che devono essere superati affinché l’ecommerce possa essere vincente, rispetto al punto di vendita.
Guarda nello specifico le barre di colore grigio, relative all’acquisto di beni fisici.
Da evidenziare inoltre che nel settore farmaceutico vi sono due figure intermediare molto importanti che fungono da driver per le vendite verso il consumatore: il medico (specialista e generico) e il farmacista (nonostante i valori dell’e-health dei quali occorre tener conto).
Lo ha capito bene la società Inglese LloydsPharmacy Online Doctor
Ecco il loro modo DIFFERENZIANTE di approcciarsi all’ e-commerce
Hanno scelto di dare un approccio consulenziale alla propria piattaforma web, viene data una prima assistenza medica online attraverso il loro blog, questionari online e successivamente consigli per l’acquisto di farmaci direttamente sul sito.
Un team di esperti a portata di click!
Nel menù del sito puoi scoprire i vari prodotti che è possibile acquistare prima o dopo la consulenza da parte dello specialista.
L’azienda è Inglese, complimenti a loro.
Qui una delle possibilità di esporsi con un e-commerce SPECIALISTA.
Abbiamo visto ad inizio articolo la suddivisione del marcato farmaceutico per categorie, ed abbiamo visto che l’approccio generalista offre poco spazio (nelle mani di grandi investitori) o in fortissima competizione.
Per poter competere in qualsiasi mercato, almeno nel 21° secolo, affermarsi in una nicchia specifica potrebbe essere la strada che porta al successo.
Visto che stiamo parlando del mondo farmaceutico e lo stiamo facendo con gli occhi del farmacista e non del brand, ho preso come esempio una delle categorie, l’ortopedia.
https://www.ausilium.it/ è un sito specializzato nella rivendita di attrezzatura ortopedica.
La scelta di possedere un sito verticalizzato in uno specifico segmento e con un pubblico abbastanza ampio, gli permette di essere performante per più motivi:
- Gestione del magazzino più focalizzata
- Gestione del traffico profilato sul sito, questo consente di migliorare continuamente e più facilmente la SEO
- Possibilità di interagire con l’utente in modo sempre più efficiente
- Diventare il riferimento in un segmento specifico
Se vuoi conoscere altri motivi vai alla cassa 🙂 scherzo dai, SCARICA la risorsa delle risorse, gratuitamente.
I limiti tecnici ed umani
Ma torniamo, come ti accennavo ad inizio articolo, agli aspetti che mi hanno fatto perdere tempo (e non solo) nel progetto in questione…
In fase di avvio del progetto abbiamo chiesto al cliente quali fossero i software con cui gestisce il magazzino, quelli che io volgarmente chiamo “gestionali”, mi riferisco a tutto ciò che serve ad una qualsiasi azienda per far funzionare correttamente il magazzino e la contabilità.
Ci è stato dato il nome della software house con la quale i nostri tecnici sono entrati in contatto, la priorità ovviamente era quella di avere a disposizione una banca dati che comunicasse in tempo reale (o quasi) le giacenze di magazzino e tutte le caratteristiche dei prodotti, siamo stati rassicurati del fatto che non ci sarebbero stati problemi e così abbiamo continuato il nostro lavoro.
Attenzione!
Quando si parla di e-commerce, le dinamiche di backend da affrontare sono innumerevoli e penso/spero che gli addetti ai lavori siano d’accordo su questo punto.
Nella fattispecie per automatizzare un sito di vendita online (non parlo di un sito con pochi prodotti) è necessario far lavorare in sinergia principalmente:
1) Software di magazzino
2) Software di contabilità
3) Software intelligenti per monitoraggio dei dati
Le dinamiche di front end da valutare prima di partire con il sito, riguardano principalmente i pro ed i contro dei vari CMS
Qui si entra in un campo da clima stadio/politico, nel senso che in base alla agenzia/sviluppatore con cui si ha a che fare, riceverai una risposta diversa e ti verrà detto che è soluzione migliore. Dio te ne scampi!
Di seguito quelli più diffusi:
- Nativo
- Magento
- Worpress
- Joomla
- Shopify
ma esistono molti altri sistemi.
Per ognuno di questi servono competenze specifiche, che non si imparano di certo da un giorno all’altro.
Quello che mi ostino a sottolineare è che esiste una confusione generale che spesso sfocia nel mio cuggino e che fa male a tutti, ai consulenti, agli sviluppatori e soprattutto al cliente finale che spesso si trova a dovere scegliere senza cognizione di causa.
Cosa intendo precisamente?
Intendo che un progetto con buone possibilità di riuscita deve avere tutti i pezzi del puzzle al posto giusto e che la mancanza di un solo pezzo potrebbe compromettere seriamente il tutto.
È il caso del mio amico farmacista che possiede un gestionale preistorico che a differenza di quanto ci era stato assicurato non permette di compiere nessun tipo di azione per far comunicare offline ed online.
Che lezione otteniamo quindi da tutto questo?
- Che le figure professionali che si intrecciano in un progetto sono tante e serve esperienza e molta ma molta pazienza per metterle in relazione tra loro
- Che non bisogna MAI dar per scontato qualcosa, solo perché qualcuno in modo magari superficiale ci ha detto che sarà possibile farlo
- Che è possibile creare strategie vincenti, a patto che ci siano i giusti presupposti, altrimenti meglio star fermi.
Non bisognerebbe mai innamorarsi dei progetti, mantenere quel distacco che permette di avere lucidità e fermezza, in modo da affrontare qualsiasi difficoltà durante il percorso.
Quanto costa quindi aprire un e-commerce?
Come spiegato anche all’interno di altri articoli qui nel blog è necessario innanzitutto capire se aprire un e-commerce è il passo giusto da compiere o se sarebbe più intelligente partire con altre attività di marketing. Questo riusciamo ad evincerlo attraverso lo studio del prodotto, lo studio del cliente, lo studio del prodotto/servizio e quando necessario anche lo studio di altri pilastri della Brand Strategy. Una volta chiari questi pilastri possiamo capire se il business model (vecchio o nuovo) permette di investire nella vendita online.
Se così fosse, si passa all’operatività.
1) Analisi del mercato online
Tanto più è approfondita l’analisi, tanto più potrebbe costare, non meno di € 1.000 (analisi base base), ho scritto base?
2) Scelta della piattaforma
Come detto, un e-commerce può essere realizzato anche gratuitamente, ma non è di questo che stiamo parlando, giusto?
Per un sito realizzato su misura, si parte da un minimo di € 6.000 fino a superare centinaia di migliaia di euro.
Un conto è lavorare sull’infrastruttura, un altro è ragionare anche su tutta la parte degli automatismi, che comprendono i vari gestionali, la marketing automation ed una serie di tool a supporto dello sviluppo e del monitoraggio del sito.
3) Sviluppo post realizzazione/messa online
Questo argomento meriterebbe (ma anche gli altri) capitoli interi, vuoi per le figure coinvolte, vuoi per le strategie, vuoi per il budget a disposizione.
Di sicuro più passano gli anni più la soglia di’ingresso aumenta, i marketplace diventano sempre di più forti (anche quelli di nicchia), i grandi brand investono maggiormente (possono farlo perchè spostano il loro budget da un canale all’altro).
C’è da capire se esistono o si ha intenzione di inserire delle figure junior piuttosto che senior direttamente all’interno dell’azienda, per aggiornare i contenuti del sito, per creare le varie campagne, per monitorare i risultati ecc… Qui entra in campo una delle figure più importanti e spesso meno valorizzate nel mondo delle figure professionali del web, sia dalle web agency che dagli imprenditori, sto parlando del Project Mananger, ovvero della persona che solitamente si occupa di coordinare tutto il lavoro di sviluppo, spesso anche sporcandosi le mani.
A mio parere qualsiasi progetto web deve prevedere questa figura professionale. Non è concepibile sentire (ancora) imprenditori continuare a pensare che l’azienda fisica necessiti di tutta la sua attenzione durante la giornata, mentre il sito e-commerce dovrebbe “vendere da solo”. Vabbè argomento anche questo lungo e complesso che affronterò attraverso un articolo specifico.
Dicevo, in definitiva, se il proprietario del progetto dispone di tutte le competenze strategiche e tecniche avrà come “unico” (si fa per dire) costo il proprio tempo, oltre al budget da destinare ai vari canali, diversamente deve prevedere l’assunzione part time o full time di un Project e di altri professionisti a suo supporto, sempre a parte il budget da destinare ai canali su cui si decide di investire.
In questo caso quantificare quali sono gli sforzi economici da mettere in campo è quasi impossibile, consideriamo comunque di mettere a disposizione dell’e-commerce (e solo dell’e-commerce) un Project Junior che ti supporti nelle varie attività online, questa persona dovrebbe percepire quantomeno un compenso di € 800,00 al mese?, a parte gli investimenti pubblicitari sui vari canali.
Ovviamente parliamo comunque di un Project con ampie competenze (ma proprio ampie), ovvero di branding, di copy, di visual, tecniche per il sito, per la marketing automation, per la SEO, per le varie campagne e tutto quanto serve per portare vendite online.
Quindi abbiamo la macchina (il sito online), abbiamo un Project (il pilota), adesso servono le campagne (il carburante) e qui è necessario capire dove vuoi arrivare 😉
Ovviamente l’esempio è per un progetto base come quello del mio caro amico, sappiamo benissimo che esistono e-commerce all’interno dei quali lavorano anche 10-20 persone, a volte già in fase di avvio.
Sei in procinto di aprire un e-commerce e ti poni domande come:
- quanto costa aprire un e-commerce?
- cosa serve per aprire un e-commerce?
- quanti professionisti devo coinvolgere per realizzare un e-commerce?
Li abbiamo realizzati in modo da rispondere a queste ed altre domande, non correre rischiare di buttar via il tuo progetto di Strategia Digitale Clicca qui