Sono tanti gli strumenti a disposizione delle strategie di marketing, direi tanti ormai, troppi. Tra questi i social sono ancora così importanti?
Un paio di giorni fa, assieme al mio amico Stefano Benvenuti di Simsol abbiamo registrato una video-intervista in cui l’argomento principe era il mondo dell’e-commerce e della vendita online tutta, ovvero la vendita di prodotti senza contatto fisico con il cliente.
In fase di registrazione mi sono reso conto di quante informazioni, idee, punti di vista e casi studio ho accumulato negli ultimi anni e del fatto che non ne avevo mai parlato in un unico articolo.
Strategie di marketing esempi
Gli argomenti del post
- Perchè si deve avere una strategia di marketing, anche sui social
- Differenze tra brand produttore e brand punto vendita
- Gli strumenti a supporto della strategia
- L’importanza dei ruoli e del gruppo di lavoro
- L’infrastruttura web, la gestione e le campagne advertising
- Il ritorno sull’investimento
Durante l’intervista abbiamo stabilito di argomentare alcuni dati importanti dell’ultimo Netcomm (2017)
Dei tanti quelli che ci hanno colpito sono i seguenti:
- le previsioni di crescita per l’e-commerce in Italia è del 16%
- fatto 100 il totale di vendite che avvengono tra l’online e l’offline, gli Italiani che acquistano online sono il 5%, il restante 95% acquista nei negozi fisici
- crescono i consumatori online, 15 milioni di acquirenti (che spesso riacquistano)
- l’80% (del 5% degli Italiani acquistano online) lo fanno su siti esteri
- i francesi acquistano il doppio rispetto agli Italiani (10% del loro totale acquisti), i tedeschi il triplo ed gli inglesi quattro volte di più
Questi dati permettono di avere un quadro abbastanza chiaro rispetto allo scenario attuale, ma anche rispetto a quanto avverrà in un futuro non troppo lontano, se non ci si difende dallo strapotere dei vari colossi esistenti come Amazon, Ebay ed i vari siti di nicchia come Trivago, Farfetch ed altri siti di intermediazione.
Tuttavia, costruire un sito di proprietà, che venda, con il passare degli anni è diventato più difficile, la soglia di ingresso va via via fecendosi troppo alta e servono migliaia di euro per la parte realizzativa, di mantenimento e di advertising.
Senza contare le difficoltà di gestione del magazzino sia fisico che virtuale a causa dell’elevata rotazione dei prodotti.
Questo mette automaticamente fuori dai giochi i negozi fisici?
Per il momento ancora no, ma quasi…
Il settore su cui ci siamo soffermati è stato nuovamente quello dell’abbigliamento e delle calzature. Lo abbiamo fatto principalmente perché ritengo essere i settori più inflazionati ma, che comunque dettano i tempi rispetto ad altri settori, nel senso che quello che succede in ambito moda, in altri ambiti lo vedi accadere dopo molti anni.
Soffermati solo per un attimo a riflettere su quanto sia difficile per un punto vendita fisico in ambito moda reggere alla concorrenza spietata sia online che offline.
Quali sono quindi le differenze tra le strategie di marketing dei produttori che si pubblicizzano online ed i punti vendita multibrand?
Nessuna!
Non c’è nessuna differenza, gli sforzi da mettere in atto sono identici se si vogliono ottenere risultati, il web permette ad ambe 2 di arrivare oltre oceano, il web non mette limiti di geolocalizzazione sia per l’uno che per l’altro.
Anzi, spesso i rivenditori sanno muoversi meglio dei brand stessi.
Sto monitorando da un annetto un paio di negozi fisici che grazie alla loro strategia social sono diventati dei veri e propri contenitori di riferimento per i prossimi trend, spesso fanno da trampolino di lancio per brand di moda in fase di startup.
In pratica, per via del principio di emulazione, se questi punti vendita danno una chance al brand neonato (con un’identità), con molta probabilità questo è destinato al successo, grazie al fatto che altri punti vendita gli apriranno le loro porte.
L’unica vera differenza è quella relativa alla disponibilità di budget, punto, non ci sono altre differenze.
Ciò detto, in entrambe i casi serve:
- Un posizionamento differenziante, soprattutto in in termini di identità
- Una strategia con obiettivi chiari e raggiungibili (che preveda test sui vari canali social: Facebook, Instagram, Youtube ecc…)
- Perseveranza
- Costanza
- Un budget da destinare regolarmente all’online
Pensaci un attimo, che si tratti di brand o di punto vendita, hai bisogno di:
1) Piano e calendario editoriale
Non puoi di certo ridurti all’ultimo momento nel postare qualcosa che abbia senso sui tuoi social, pensi seriamente che tutte quelle pagine che ti soffermi a spiare non abbiano programmato quello che postano?
Tra l’altro se decidi con largo anticipo ciò che pubblicherai, ridurrai al massimo o eliminerai addirittura il rischio di epic fail, figure di merda per intenderci.
2) Un sistema che permetta di esporre in modo corretto ciò che vendi
Se il brand costruttore necessita di un fotografo professionista affinché crei un concept figlio della brand strategy e che comunichi quindi la propria identità grazie alle immagini, perché ciò che distingue un brand di moda è proprio l’immagine che rappresenta nella mente dell’archetipo desiderato, un negozio fisico necessita di immagini coerenti con lo stile dei clienti che lo frequentano o che vorresti lo frequentassero.
Quindi anche il negozio fisico necessita di un fotografo professionista?
No non sto dicendo questo (anche se…), sto dicendo che a differenza del brand produttore, il negozio plurimarca ha la possibilità di far indossare capi e calzature di brand differenti, di accostare quindi i vari abbinamenti.
Con tutta la voglia di apparire che si ha nell’era social, non hai difficoltà nel trovare un/una cliente “ambasciatrice” del punto vendita, come non è difficile procurarsi un cellulare dotato di una buona fotocamera o di una fotocamera professionale, non trovi?
3) Definire il chi fa cosa, dove, come e quando
Una delle cose che non sopporto quando parlo con chi si occupa della gestione dei social per conto di aziende, che siano esse online o su strada, che sia interno o esterno all’azienda, è il modo di rispondere superficiale e freddo di alcuni di loro.
Come per i negozi fisici, anche il primo contatto online, permette di avere una prima impressione rispetto a chi gestisce i social e di conseguenza dello store. Se ad un utente viene risposto in modo superficiale questo con molta probabilità non rientrerà più in contatto con te.
Per questo motivo è fondamentale definire chi fa cosa ed in che modo. Rispondere ai commenti nei post, rispondere ad un messaggio in chat, controllare i post in cui si viene taggati, sono tutte operazioni che vanno decise a monte.
4) La comunicazione verso l’archetipo desiderato
Qui ci sarebbe da scrivere per ore, ti invito quindi a leggere il libro “L’uomo non osi separare ciò che l’Archetypal Brandind unisce” presente sul sito di Flacowski
Se hai deciso con precisione chi ed in che modo vuoi colpire, hai molte più probabilità di riuscire nel tuo obiettivo principale, ovvero quello di vendere a distanza senza possedere un sito e-commerce.
5) Le campagne advertising
Se pensi di ottenere risultati senza mettere a budget un importo per le campagne pubblicitarie, sei fuori strada, se pensi che gestire in modo corretto le campagne sui social sia cosa semplice per chiunque, cuggini e nipotini compresi, sei fuori strada.
Per individuare il giusto archetipo sono necessari una serie di test, che saranno un mix tra immagine, copywriting, zone, interessi ed altro. Credimi se ti dico che non è proprio semplice.
Tra l’altro in questo articolo mi limito nel descrivere le azioni che i brand già compiono, non mi dilungo nel parlarti delle possibilità di mixare il mondo dell’offline con il mondo dell’online e di tutte quelle tattiche che potresti mettere in atto per convertire i fan in contatti.
È ancora possibile quindi attivare strategie di marketing attraverso i social?
Sì, sempre più oneroso in termini di tempo e budget, ma sì. Anche perchè come accennato precedentemente, hai la possibilità di entrare in contatto anche e soprattutto con gli utenti che vivono nella zona in cui possiedi il tuo negozio.
Se possiedi un punto vendita fisico quindi non puoi permetterti di farti sfuggire quel 95% di vendite di cui sopra, devi mettere in atto azioni che permettono di tenere botta, uno strumento per farlo è sicuramente Simsol, ma da solo non basta, devi creare una vera e propria strategia di marketing attraverso i canali social.
Per farlo, come accennavo nel video, non devi svenarti, ma approcciarti gradualmente e cominciare a mettere in sintonia le azioni di marketing che metti in atto per aumentare le vendite nel punto vendita fisico con quelle che crei online.
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